Lord Alan Cunningham (Steffen) è uno che si diverte a portarsi a casa delle donne, a seviziarle e quindi ad ucciderle. In verità, povero, non si diverte ma patisce le conseguenze del trauma di aver perso la moglie in circostanze assurde. Quando Alan incontra Gladys (Malfatti) le cose sembrano cambiare: i due si sposano e tutti sono felici. Per poco. Alan torna ad avere i suoi soliti svarioni e Gladys si insospettisce ritenendo che in verità la moglie Evelyn non sia mai morta ma che perseguiti Alan. Nel frattempo un killer misterioso miete vittime.
Chiunque voglia vedersi un miglior film di Miraglia è meglio che opti per La dama rossa uccide sette volte (1972), fra l'altro uno dei più interessanti gialli/horror dell'epoca. Questo La notte che Evelyn uscì dalla tomba va giusto bene per chi ama il cinema sleaze. La pellicola, che essenzialmente tenta la fusione tra gotico e giallo, parte con atmosfere kinky di tono sadomaso in sotterranei stracarichi di strumenti di tortura dove lo sballato di turno sevizia ed uccide delle malcapitate. Tette al vento, of course. E fin qui siamo nel campo del gotico (o forse più del ghoulies, vedi pagina dei generi). La storia quindi si assesta con il matrimonio di Lord Alan Cunningham (Anthony Steffen, vero nome Antonio De Teffè) insieme a Gladys (Marina Malfatti) e si passa agli omicidi di stampo crudo e sadico ad opera di una mano misteriosa, e qui siamo nel campo del giallo. Poi c'è l'apparizione della morta e qui dovrebbe fare horror. Gran casino. Il risultato globale è scadente in quanto l'elemento erotico supera il thrilling e l'horror. A parte l'uccisione della zia Agatha (John C. Davis) gettata in pasto a delle volpi, la violenza ed il sangue manca, così come mancano dialoghi interessanti, interpretazioni convincenti ed un plot che abbia davvero senso. Qualche momento coglie nel segno, aiutato dall'oscurità e dell'atmosfera dell'ambientazione ma siamo lontani parecchio da quello che si può definire un buon italian giallo, un buon gotico, o comunque un buon horror. Finale a bordo piscina davvero trash dove le due vere menti criminali del film non subiscono ciò che in verità avrebbero meritato mentre muoino solo donne nella gloriosa tradizione del mero exploitation. Probabilmente sono stato più severo di quanto avrei dovuto con questa pellicola di Miraglia, il fatto è che si possono perdonare molte cose ad un film ma non la noia che si deve patire per vederlo. Non da buttare ma sicuramente neppure consigliato. Solo e solamente per patiti di cinema bis.
Noto all'estero come: The night Evelyn came out of the grave o The night Evelyn left the tomb o The night she arose from the tomb o Sweet to be kissed, hard to kill (USA e UK), L'appel de la chair (Francia), Die Grotte der Vergessenen Leichten (Germania).
Articolo pubblicato su http://www.exxagon.it/nottecheevelynuscidallatomba.html Licenza Creative Commons.
Titolo Originale: LA NOTTE CHE EVELYN USCI' DALLA TOMBA Regia: Emilio P. Miraglia Interpreti: Anthony Steffen, Marina Malfatti, Giacomo Rossi Stuart Durata: h 1.41 Nazionalità: Italia 1971 Audio: ITA ENG

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Chiunque voglia vedersi un miglior film di Miraglia è meglio che opti per La dama rossa uccide sette volte (1972), fra l'altro uno dei più interessanti gialli/horror dell'epoca. Questo La notte che Evelyn uscì dalla tomba va giusto bene per chi ama il cinema sleaze. La pellicola, che essenzialmente tenta la fusione tra gotico e giallo, parte con atmosfere kinky di tono sadomaso in sotterranei stracarichi di strumenti di tortura dove lo sballato di turno sevizia ed uccide delle malcapitate. Tette al vento, of course. E fin qui siamo nel campo del gotico (o forse più del ghoulies, vedi pagina dei generi). La storia quindi si assesta con il matrimonio di Lord Alan Cunningham (Anthony Steffen, vero nome Antonio De Teffè) insieme a Gladys (Marina Malfatti) e si passa agli omicidi di stampo crudo e sadico ad opera di una mano misteriosa, e qui siamo nel campo del giallo. Poi c'è l'apparizione della morta e qui dovrebbe fare horror. Gran casino. Il risultato globale è scadente in quanto l'elemento erotico supera il thrilling e l'horror. A parte l'uccisione della zia Agatha (John C. Davis) gettata in pasto a delle volpi, la violenza ed il sangue manca, così come mancano dialoghi interessanti, interpretazioni convincenti ed un plot che abbia davvero senso. Qualche momento coglie nel segno, aiutato dall'oscurità e dell'atmosfera dell'ambientazione ma siamo lontani parecchio da quello che si può definire un buon italian giallo, un buon gotico, o comunque un buon horror. Finale a bordo piscina davvero trash dove le due vere menti criminali del film non subiscono ciò che in verità avrebbero meritato mentre muoino solo donne nella gloriosa tradizione del mero exploitation. Probabilmente sono stato più severo di quanto avrei dovuto con questa pellicola di Miraglia, il fatto è che si possono perdonare molte cose ad un film ma non la noia che si deve patire per vederlo. Non da buttare ma sicuramente neppure consigliato. Solo e solamente per patiti di cinema bis.
Noto all'estero come: The night Evelyn came out of the grave o The night Evelyn left the tomb o The night she arose from the tomb o Sweet to be kissed, hard to kill (USA e UK), L'appel de la chair (Francia), Die Grotte der Vergessenen Leichten (Germania).
Articolo pubblicato su http://www.exxagon.it/nottecheevelynuscidallatomba.html Licenza Creative Commons.
Titolo Originale: LA NOTTE CHE EVELYN USCI' DALLA TOMBA Regia: Emilio P. Miraglia Interpreti: Anthony Steffen, Marina Malfatti, Giacomo Rossi Stuart Durata: h 1.41 Nazionalità: Italia 1971 Audio: ITA ENG
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